di Alessandro Mastroluca

Nel parco del castello di Vernègues, antica bastide provenzale trasformata in hotel (…) sotto gli alberi tricentenari che costeggiano la Parigi-Ventimiglia, Michel Hidalgo chiacchierava amabilmente. «Essere calciatore è una professione – diceva – ma a questo livello diventa una professione di fede» (G. Albouy, 26 giugno 1984)

Era la vigilia della semifinale dell’Europeo 1984, che la Francia avrebbe vinto 3-2 sul Portogallo. Il preludio a una festa attesa a lungo. Battendo la Spagna, il 27 giugno 1984 al Parco dei Principi di Parigi, i Blues hanno conquistato in casa il primo titolo internazionale della loro storia. Ripercorriamo quella finale in questo articolo-collage con i commenti dell’epoca e i ricordi, anche successivi, dei protagonisti su quel trionfo che la Francia, scriveva il giorno dopo Gerard Ernault sull’Équipe, aveva atteso per ottant’anni.

Quanto è paziente la Francia! Ottant’anni ad aspettare invano, dal primo maggio 1904, giorno della nascita a Bruxelles. Abbiamo dovuto aspettare la 438sima partita della sua esistenza per alzare finalmente un trofeo (…) Il titolo europeo coincide con il 75mo e ultimo match di Michel Hidalgo alla guida della nazionale francese. Corona un’avventura personale e collettiva condotta nel segno dello spirito. E non è troppo presto per dire che la sua impronta è destinata a restare a lungo nella memoria (G.Ernault, 28 giugno 1984).

Se la guardassimo dal punto di vista della tecnica e non della passione, parleremmo di una finale in fin dei conti deludente, non degna della cavalcata francese né della competizione. Una finale che i Tricolores hanno vinto grazie a uno di quei colpi di fortuna di cui solo il destino conosce il segreto (Rethacker, 28 giugno 1984).

Ma c’è chi può indirizzarlo il destino. In quella finale, è Michel Platini, capace di affascinare anche l’ex ministro della cultura Françoise Giroud. 

Gianni Agnelli, proprietario della Fiat, le ha confidato che Platini è a volte Nijinski e a volte Manolete, un ballerino e un torero. Lei si è detta d’accordo. Ma ieri, signora Ministro, Michel non poteva essere la stella dell’Opera (…) e nemmeno il matador, spada in mano (…). È stato piuttosto una sorta di Diogene. Con la lanterna, cercava, cercava. Ma non era un uomo che cercava, l’aveva trovato dall’inizio. Il señor Camacho, sangue madrileno, era là. Sempre. Dovunque (Braun, 28 giugno 1984).

La svolta della partita matura al minuto 57.

Zorro-Platini […] per una volta liberato dalla marcatura di Camacho, indirizza una palla in profondità per Lacombe, lanciato a velocità grand V. il centravanti tricolore sbatte contro l’avversario diretto Salva, che lo scarta e lo sbilancia. Il signor Christov, l’arbitro cecoslovacco, ordina una punizione dal limite. Più esattamente ai 18 metri, spostato leggermente verso il lato sinistro della porta. Lì dove Platini preferisce (Sinet, 28 giugno 1984).

Per Platini, la punizione fischiata su Lacombe diventava forse la sua ultima occasione per riuscire a firmare una tripletta straordinaria vincendo nello stesso anno l’Europeo, la Coppa delle Coppe e il campionato italiano […] Posando il pallone di fronte al palo destro della porta di Arconada, il capitano della nazionale francese poteva avere fiducia. Da quello stesso punto aveva segnato il suo primo gol in nazionale contro la Cecoslovacchia nel 1976, o quello che aveva eliminato l’Olanda nelle qualificazioni per i Mondiali del 1982. (G.Albouy, 29 giugno 1984).

Il tempo di mettere la barriera a distanza regolamentare e Michel, quasi senza rincorsa, calcia di piatto destro (…) La palla si eleva, supera la barriera e conclude la traiettoria all’altezza del secondo palo dove Arconada, veloce come un fulmine, si era già piazzato. Abbiamo creduto che Platini avesse sprecato l’occasione. All’improvviso, però, sale un grido: dopo aver intercettato la palla, in effetti, il portiere basco della nazionale spagnola lascia scappare la sfera che dolcemente termina la sua corsa oltre la linea, senza nemmeno arrivare a toccare la rete  (Sinet, 28 giugno 1984).

Il secondo gol lo segna Bruno Bellone, che alla vigilia della finale ha organizzato una battuta di pesca subacquea con Joël Bats e Philippe Bergerôo.

«Era il modo migliore che abbiamo trovato per essere altrove e non pensare alla finale» ha spiegato (Jucha, 2016).

Quella finale segna anche l’addio di Michel Hidalgo alla panchina della nazionale francese.

Figlio di un emigrato spagnolo e sposato con una donna francese, [Hidalgo] difficilmente avrebbe potuto sognare un epilogo migliore per i suoi otto anni alla guida della nazionale. Di queste avventure, restano nella memoria immagini dure e momenti d’intensa emozione: le lacrime di Hidalgo portato in trionfo dai suoi giocatori una sera di novembre del 1977, dopo una qualificazione tanto attesa per il Mondiale del 1978; il tentativo di rapimento il giorno della partenza per l’Argentina; il drammatico epilogo della semifinale del Mondiale 1982 contro la Germania Ovest; gli exploit ripetuti dei calciatori francesi in questo Europeo (G.Albouy, 28 giugno 1984).

Malgrado il successo storico, però, la gioia resta composta nello spogliatoio del Parc des Princes, non lascia spazio alla follia sfrenata. «Ci animava più il sentimento di aver compiuto il nostro dovere – conferma Maxime Bossis [difensore di quella nazionale, titolare in finale] -. Avevamo iniziato la competizione da favoriti, giocavamo in casa, eravamo arrivati in semifinale due anni prima al Mondiale. Se non avessimo vinto, pensavamo, sarebbe stato un fallimento»  (Le Gall, 9 luglio 2016).

L’ÉQUIPE
G.Arnault, «L’Europe au pied des Bleus», 28 giugno 1984, p.2

J.-P.Rethacker, «Tigana, roi de baroudeurs», 28 giugno 1984, p.4

D.Braun, «Platini comme Diogène», 28 giugno 1984, p.6

V.Sinet, «La boulette d’Arconada», 28 giugno 1984, p.6

LE MONDE

G.Albouy, “Première finale pour la France La profession de foi”, 26 giugno 1984 [https://www.lemonde.fr/archives/article/1984/06/26/premiere-finale-pour-la-france-la-profession-de-foi_3139550_1819218.html]

G.Albouy, Hidalgo en finale, 28 giugno 1984 [ https://www.lemonde.fr/archives/article/1984/06/28/hidalgo-en-finale_3023536_1819218.html]

G.Albouy, Un final “à l’italienne”, 29 giugno 1984 [https://www.lemonde.fr/archives/article/1984/06/29/un-final-a-l-italienne_3024024_1819218.html]
SO FOOT
N.Jucha, “Bellone: «En 1984 Platini était au top, 1 gennaio 2016 [https://www.sofoot.com/bellone-en-84-platini-etait-au-top-222164.html]

A.Le Gall, “Quand les Bleus fêtent la victoire à l’Euro 1984”, 9 luglio 2016 [https://www.sofoot.com/quand-les-bleus-fetent-la-victoire-a-l-euro-84-225941.html]

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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