I consigli di lettura calcistica della settimana


>>> Il rookie (Il prossimo arrivo nella tua libreria)

1977

di Jvan Sica, Francesco Gallo, Alessandro Mastroluca – Ultrasport

Pelé, Cruijff e Maradona: a giudizio pressoché unanime i tre giocatori più forti del Novecento. Tre talenti che hanno indelebilmente segnato il loro decennio di appartenenza e che si sono toccati per un unico incredibile anno. Era il 1977: il Pibe esordiva con l’Argentinos Juniors, O’ Rey chiudeva con i New York Cosmos e Johan illuminava Barcellona. Sica, Mastroluca e Gallo raccontano quella stagione di calcio, vivisezionando quei tre fenomeni con stile impareggiabile.

Si comincia con Diego che ancora adolescente muoveva i primi passi con i Bichos Colorados: Sica racconta i suoi primi dodici mesi da calciatore professionista, costellati di grandi prestazioni e qualche battuta a vuoto, tratteggiando i primi vagiti del D10S, ma approfittando anche per affrescare i volti dei protagonisti del calcio internazionale della seconda metà degli Anni Settanta che si stavano preparando per il Mundial argentino del 1978. A Francesco Gallo tocca il compito di analizzare la figura di Cruijff, descritta senza retorica e con assoluta efficacia attraverso i passaggi chiave di una carriera cominciata all’Ajax e proseguita a Barcellona.

Nel 1977 il Profeta del Gol è il faro del club azulgrana, eppure verso la fine di quell’anno è vittima di un tentativo di rapimento che in un certo senso cambierà per sempre il suo futuro calcistico. Per Pelé sono gli ultimi bagliori e la Perla Nera li spende nella Grande Mela, nel circo pieno di lustrini della Nasl: Mastroluca descrive l’ultimo ballo di O’ Rey, facendo luce su una fetta della storia ovviamente poca conosciuta ma che merita di essere narrata. Ed è questo il merito di 1977: saper raccontare sotto un punto di vista completamente originalew tre campioni di cui è stato scritto tutto e il contrario di tutto.


>>> L’underdog (Il libro che ti sorprenderà)

CELTIC FOREVER

di Luca Manes e Max Troiani – Bradipolibri

Impossibile rimanere insensibili al fascino di una squadra che meriterebbe, lei sì, l’appellativo di “più che un club”. Dalle particolarissime divise al leggendario Old Firm con i Rangers, fino alle questioni politico-religiose, sono parecchie le caratteristiche che rendono il Celtic famosa nel mondo. Sono tantissimi però anche gli aneddoti rimasti incollati alle più remote pagine dei libri di storia e sono proprio questi che Max Troiani e Luca Manes, autentici fenomeni del football britannico come dimostra la loro ricca produzione bibliografica in materia, sono bravi a riportare a galla. Il risultato è una delle più complete opere mai scritte in italiano sulla squadra cattolica di Glasgow fondata dal Reverendo Wilfried nel 1887. Dalle origini ai giorni nostri gli autori ci guidano quindi in un viaggio secolare. Ogni tappa, un’emozione: i trionfi di Willie Maley, il disastro di Ibrox Park, i Lisbon Lions che nel 1967 battono l’Inter e conquistano la prima Coppa Campioni della storia del calcio british; e ancora Jock Stein, il minuscolo e imprendibile Jimmy Johnstone e le treccine rasta di Henrik Larsson, per concludere con la finale di Coppa Uefa di Siviglia con il Porto di Mourinho. Zero luoghi comuni e tanta sostanza, per un libro che merita di essere letto.


>>> L’hall of famer (Il classico intramontabile)

IL SECONDO TEMPO

di Roy Keane e Roddy Doyle – Guanda, 2014

“I tifosi di calcio sono stupidi, talmente stupidi che non si comprano nemmeno le terribili autobiografie opera di ghost-writer sfornate apposta per loro”. Parole e musica di Nick Hornby, uno che di voce in capitolo ne ha da vendere. Di dimenticabilissime autobiografie calcistiche opera di pseudo scrittori ce ne sono a bizzeffe, mentre quelle degne di nota si contano sulle dita di una mano. Una di queste è Il secondo tempo che racconta la vita dopo l’addio calcio di un personaggio per nulla banale come Roy Keane. In questo caso però a far parlare il capitano irlandese del Man Utd di Ferguson non è un ghost-writer qualsiasi, ma il suo conterraneo Roddy Doyle, gigantesco scrittore British che non ha bisogno di alcuna presentazione. Ed è logicamente proprio la graffiante e sardonica penna di Doyle a costituire il valore aggiunto di un libro che altrimenti finirebbe nel calderone delle altre autobiografie sportive, ricolmo di banalità e luoghi comuni. Il secondo tempo diventa così un modo per scoprire un Roy Keane dal volto umano, un campione che dietro la patina da duro nasconde paure e insicurezze come tutti noi. È così che un’autobiografia altrimenti terribile diventa quanto meno apprezzabile.


>>> Il must have (Un grande libro, analizzato nei dettagli)

RECENSIONE DI JVAN SICA

LA CADUTA DEI CAMPIONI

di L’Ultimo UomoEinanudi, 2020

Lev Semënovič Vygotskij, uno dei più grandi pedagogisti del Novecento, sviluppò l’idea della zona di sviluppo prossimale, ovvero quello spazio psicologico che dal livello di sviluppo attuale che avevi già raggiunto nella tua crescita andava verso il livello di apprendimento potenziale, che si può raggiungere. In questo spazio di mezzo è fondamentale il sostegno e la spinta di un educatore o di un’altra figura fondamentale per fare quel passaggio di livello verso uno sviluppo successivo.
Parto da questa riflessione del grande pedagogista russo perché le storie raccontate dagli autori de L’Ultimo Uomo per il libro “La caduta dei campioni” fanno riflettere proprio su come tante delle carriere descritte sia siano impantanate nella zona di sviluppo prossimale, forse proprio perché non hanno trovato una figura educante capace di far fare loro il viaggio più difficile, dall’attuale al potenziale che il loro stesso talento poteva esprimere.
Il talento e l’oggi. Ci sono tante storie contemporanee nel libro perché, rispetto a prima in cui la coltivazione del talento poteva procedere lungo un pendio molto più dolce, oggi per coltivare il talento (il che tiene dentro concetti come classe, fisico, vita psichica, condizioni esistenziali nella loro generalità) serve una cura maniacale, anche perché si è quasi quotidianamente messi alla prova da piccoli e grandi esami che ne chiedono la certificazione. Oltre alla difficoltà psichica nel gestire il peso di un talento in un tempo vorace e così accidentato di prove, spesso accade che per qualche strano motivo, magari addirittura extra-sportivo, ci invaghiamo di un talento minore, ponendogli obiettivi troppo grandi per lui. Alcuni di questi talenti immaginati sono descritti nel libro e sono giustamente analizzati per quello che potevano effettivamente dare e che forse pensiamo sprecati solo perché siamo noi a valutarli in base a parametri assolutamente fuori scala.
Il libro è un bellissimo viaggio fra mondi possibili, la magia è leggere le storie e crearsi continuamente distopie in cui Adriano vinceva cinque Palloni d’oro, George Best portava l’Irlanda del Nord in semifinale ai Mondiali, Rūta Meilutytė avesse già sei medaglie d’oro olimpiche al collo. Tutte cose che sarebbero potute succedere se…
Raccontarsi, ragionare, andare a vedere cosa c’è dentro, sotto e oltre quel “se” è un esercizio narrativo e saggistico di grande interesse. Non è solamente un “What if” come tanti libri di storia e tanti prodotti mediali ci hanno raccontati fino a oggi, è anche una sorta di lamento, perché quelli raccontati sono donne e uomini che avevamo davanti a noi, in cui abbiamo creduto e che ci hanno anche sussurrato qualcosa riguardo alla nostra di vita.
Per questo il libro è un susseguirsi di μοιρολογ, lamenti funebri greci che in questo caso piangono il possibile assente. I μοιρολογ si tenevano solo con il sole, quando calava la notte bastava il silenzio per farti percepire il dolore. Ma non solo. Il silenzio della notte serve anche a farti pensare a quello che verrà, perché la vita delle speranze, anche se frenata dall’attesa di un talento mai in accelerazione, non si blocca mai del tutto, e ce ne sarà di sicuro uno nuovo su cui mettere il cuore in subbuglio già domani.


#BookClub

Condivisione è il concetto alla base di un book club e ovviamente il nostro book club calcistico non fa eccezione. Ogni mese sceglieremo un libro da leggere insieme a voi. Il 22 Febbraio 2021 alle ore 21.00 daremo vita a un evento live streaming dove poter discuterne e confrontarci, in piena libertà. Strada facendo vi forniremo tutte le informazioni per collegarvi e dare vita alle nostre riflessioni. Intanto buona lettura con il primo libro del Book Club: Le Canaglie di Angelo Carotenuto, un titolo che per molti è il caso letterario bibliocalcistico dell’anno.

Se ancora non lo avete letto, fatelo prima del prossimo evento Book Club di Febbraio (il 22 Febbraio 2021 alle ore 21.00) così da potere condividere tutti assieme le riflessione su questo testo.

ECCO L’EVENTO FACEBOOK CON TUTTE LE INFORMAZIONI: http://bit.ly/offsidebookclub01

LE CANAGLIE

di Angelo CarotenutoSellerio, 2020

“Una città stracciona e sontuosa, sempre sul punto di esplodere. Un gruppo di ragazzi barbarici e romantici, di ostinato talento. Il romanzo di una ghenga di maschi che su un campo di calcio si chiamava Lazio. La squadra di Chinaglia e Maestrelli, nel cuore di un decennio che ha cambiato l’Italia per sempre”.

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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