I consigli di lettura calcistica della settimana


>>> Il rookie (Il prossimo arrivo nella tua libreria)

CLAMOROSO A WEMBLEY

di Andrea SchianchiAbsolutely Free, 2020

25 novembre 1953, allo stadio di Wembley va in scena La Partita del Secolo tra i maestri inglesi e i favolosi ungheresi guidati da Puskas. In tribuna a seguire il match c’è pure Jimmy Hogan, il padre del calcio ungherese e danubiano, che però nel suo paese è considerato un odioso traditore. Il libro di Schianchi procede su un doppio binario, abbinando la storia di quella rivoluzionaria sfida alla biografia di un allenatore poco conosciuto, ma sicuramente tra i più influenti di sempre. E poi c’è Winston Churchill e Vittorio Pozzo, Hugo Meisl e Sindelar, in un libro agile e scorrevole che riannoda in stile romanzesco le esistenze di grandi uomini di calcio e non solo, a loro modo indissolubilmente legati ai fatti di quel pomeriggio in cui la “perfida Albione” perse le sue granitiche certezze di superiorità pallonara.


>>> L’underdog (Il libro che ti sorprenderà)

ADDIO WEST HAM

di Roberto GottaIndiscreto, 2016

Il suo Le reti di Wembley, pubblicato nel 2001, è diventato un autentico culto per gli appassionati e ha di fatto aperto la strada a un sottogenere della letteratura sportiva italiana, quello di narrare il calcio inglese on the road, ovvero raccontare la filosofia del football britannico con testimonianze in prima persona e narrazioni di eventi vissuti “sul campo”, quasi a riportare un ideale diario di viaggio. Ci hanno provato in tanti, ma nessuno ha saputo raggiungere il livello dell’originale, quel Roberto Gotta che a quindici anni di distanza concede il bis. Per farlo si concentra su una sola squadra, o meglio su un solo stadio: il Boleyn Ground, casa del West Ham per 111 anni prima dell’addio giunto nell’estate 2016 con la migrazione all’Olimpyc Stadium. Ne è uscita fuori una cartolina dolce e struggente che dalla prima all’ultima pagina ti lascia in bocca un sapore agrodolce di qualcosa di meraviglioso che però non tornerà più, anche se Gotta sta ben attento a non cadere nella retorica della nostalgia, precisandolo già nell’introduzione. Sapori, odori, storie e personaggi di un club, di uno stadio e di un quartiere, che possono essere raccontati solo da chi li ha vissuti, riprendono vita sotto gli occhi del lettore, a cui sembrerà di viaggiare a fianco dell’autore per tutta la stagione 2015/16, l’ultima degli Irons ad Uprton Park prima di cambiare casa.


>>> L’hall of famer (Il classico intramontabile)

DONNE, VODKA E GULAG

di Marco IariaUltraSport, 2018

Se la triste storia di Eduard Streltsov è uscita dal dimenticatoio nel nostro paese molto lo dobbiamo a questo gioiellino di Marco Iaria, una delle migliori penne della Gazzetta dello Sport. Una parabola di calcio e dittatura che racconta la storia del talento russo che nel 1958 era pronto a sfidare Pelé nei Mondiali svedesi e che invece finì in un gulag per dodici anni, vedendo eclissarsi la sua stella precocemente illuminatasi nella Torpedo Mosca e durante le Olimpiadi di Melbourne. Il motivo? Una vita troppo sregolata per i canoni del regime sovietico che non vedeva di buon occhio la passione del nostro eroe per l’alcol e il gentil sesso e che si legò al dito il rifiuto del giocatore alla figlia di un pezzo grosso del governo. Il partito si mobilitò contro di lui accusandolo di uno stupro mai compiuto e invece certificato al termine di un processo da commedia degli orrori. La riabilitazione avvenne postuma, insieme al rimpianto di non aver potuto godere a pieno di un campione che avevo appunto incantato il mondo nel 1956 in Australia e che insieme a Jascin, Ivanov e Netto avrebbe forse lasciato un segno più importante nella storia del calcio. Una storia triste e incredibile che rivive nelle pagine di un libro splendido, frutto di un enorme lavoro d’archivio dell’autore.


>>> Il must have (Un grande libro, analizzato nei dettagli)

GIGI RIVA. L’ULTIMO HOMBRE VERTICAL

di Luca PisapiaMilieu Edizioni, 2020

C’era una vola (e purtroppo non c’è più) Lacrime di Borghetti. Un blog che ha cambiato per sempre il modo di raccontare il calcio in Italia e che ha aperto lo scrigno a una narrazione pallonara “alta”, in grado di combinare questo gioco alle arti che qualcuno definirebbe più nobili. Tra i talenti più luminosi di LdB c’erano Federico Mastrolilli e Luca Pisapia, che non a caso hanno dato vita all’inizio degli Anni 10 del ventunesimo secolo, nettamente in anticipo sui tempi, due biografie profondamente distanti nella forma, ma certamente sovrapponibili nella sostanza. E così, se Mastrolilli nell’analizzare Mourinho lo equipara al Grande Gatsby, Pisapia sceglie di affiancare all’immagine di Gigi Riva quella di Django, il pistolero solitario che nel 1966 fu tratteggiato al cinema da Corbucci e interpretato da Franco Nero. È questo il parallelismo più forte descritto nel libro, di certo non l’unico. Perché la bravura dell’autore sta proprio nel creare continue commistioni per spiegare un personaggio e un’epoca, non solo calcistica, come il paragone tra il difensivismo italiano e le tattiche di guerriglia con cui i Vietcong sgominarono gli americani. Il ritratto puramente espressionista che ne esce è perfetto: Rombo di Tuono, il bandito da Spaghetti Western che non ride mai e parla ancora meno, in perenne conflitto con il potere briccone che inganna e illude le masse a propria convenienza, l’eroe simbolo di un popolo vessato, che essendo però eroe tragico non conosce il concetto di lieto fine. Per lui si potrebbe riprendere la definizione che Galeano diede di Garrincha: “un perdente fortunato; ma la fortuna non dura”. E Riva di fortuna ne ha avuta davvero ben poca. Cosa resta quindi di questo ultimo hombre vertical? La sua lotta all’ordine costituito di uno sport che non è mai stato “romantico”, un concetto che Pisapia riprende anche dopo con il suo fantastico Uccidi Paul Breitner.

Il libro è uscito nel 2012 con la mai abbastanza compianta Limina, ma nel 2020 l’ottima Milieu Edizioni l’ha ridato alle stampe in occasione dei cinquant’anni dello Scudetto del Cagliari, arricchendo il suo piccolo ma eccellente catalogo di letteratura calcistica.

“… Il generale Giap, che già a Dien Bien Phu, nel 1954, con un manipolo di disperati aveva sconfitto la potenza dell’esercito francese utilizzando la tattica del mordi e fuggi, chiede ai suoi azioni d’attacco rapidissime e ritirate strategiche altrettanto repentine: bisogna creare lo scompiglio, essere sempre in movimento, far vacillare la sicumera e l’arroganza del nemico, che è e si sente più forte. Bisogna spaventarlo, costringerlo a uscire allo scoperto per poi coglierlo alla sprovvista colpendolo in contrattacco. In contropiede… Corre l’anno 1968, e mentre nelle strade e nelle piazze di tutto il mondo sono gli operai e gli studenti a fare propria la lezione vietnamita e a tentare l’assalto al cielo contro il Golia imperiale, nei campi di calcio è l’Italia ad applicare con successo la strategia del mordi e fuggi. Il catenaccio e il contropiede si trasformano nella prima strategia di guerriglia armata applicata al gioco del pallone…”

“… A Django e a Rombo di Tuono il destino ha imposto di trascinarsi a piedi lungo l’infinito crinale del proprio dolore e di trainare con loro una misteriosa bara di legno. Vecchia e pesante, tenuta insieme da sudicie corde, quella del pistolero del west; più recente e ancora più greve, fabbricata dalla memoria e sostenuta dai ricordi, quella del giovane calciatore…”

“Ma perché l’Ubermensch, l’oltreuomo invocato da Nietzsche, dopo essere stato cammello e leone giunga finalmente a essere di nuovo bambino e si liberi nella gioia dionisiaca della danza, è necessario che l’eterno ritorno si compia, ancora una volta e per sempre. Nella vita e nel destino di Rombo di Tuono, l’epifania dell’eterno ritorno è il rientro a Cagliari dopo un anno di esilio dall’isola del tecnico Manlio Scopigno, il filosofo del disincanto e della meraviglia. Scopigno si è già dimostrato l’unico capace di guardare con altrettanta profondità e rispetto negli occhi del miserabile fuggiasco Cuchillo. E di accomodarsi con altrettanta dolcezza e sensibilità nella bara piena di ricordi che Django trascina con sé nel deserto…”


#BookClub

Condivisione è il concetto alla base di un book club e ovviamente il nostro book club calcistico non fa eccezione. Ogni mese sceglieremo un libro da leggere insieme a voi. Tra trenta giorni (il 22 Febbraio 2021 alle ore 21.00) daremo vita a un live social dove poter discuterne e confrontarci, in piena libertà. Strada facendo vi forniremo tutte le informazioni per collegarvi e dare vita alle nostre riflessioni. Intanto buona lettura con il primo libro del Book Club: Le Canaglie di Angelo Carotenuto, un titolo che per molti è il caso letterario bibliocalcistico dell’anno.

Se ancora non lo avete letto, fatelo prima del prossimo evento Book Club di Febbraio (il 22 Febbraio 2021 alle ore 21.00) così da potere condividere tutti assieme le riflessione su questo testo.

LE CANAGLIE

di Angelo CarotenutoSellerio, 2020

“Una città stracciona e sontuosa, sempre sul punto di esplodere. Un gruppo di ragazzi barbarici e romantici, di ostinato talento. Il romanzo di una ghenga di maschi che su un campo di calcio si chiamava Lazio. La squadra di Chinaglia e Maestrelli, nel cuore di un decennio che ha cambiato l’Italia per sempre”.

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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