I consigli di lettura calcistica del mese


>>> Rookie (prossimi arrivoi nella tua libreria)

Il comunista che allenò Pelé

di Andrea Schianchi – Absolutely Free Libri, 2021

“Fui contrabbandiere di armi a sei anni, quando passavo il confine tra Paraguay e Brasile nascondendole sotto il grembiule. Leader studentesco a 20 anni, apprendista notaio a 33, membro del Partito Comunista Brasiliano tutta la vita… Partecipai alla Grande Marcia con Mao, sbarcai in Normandia con Montgomery, mi sono sposato cinque volte, litigai molto e quasi mai ebbi la peggio… Di me dicono che fui un grande e contradditorio personaggio. Lucido e confuso al tempo stesso… Un appassionato della verità che ha camminato sopra le nuvole della fantasia”: forse non servirebbe altro per raccontare chi è stato Joao Saldanha, allenatore che ha ideato e partorito la più grande Nazionale di tutti i tempi, il Brasile dei cinque numeri 10 che trionferà in Messico nel 1970. Vincerà, ma senza di lui, nel frattempo licenziato dalla giunta militare fascista che mal sopportava i successi di un uomo dichiaratamente di sinistra. In Italia mancava una biografia sul grande Saldanha, ma per fortuna ci ha pensato Andrea Schianchi, concedendo il bis dopo aver dato alle stampe pochi mesi fa anche un libro sulla vita di Jimmy Hogan.

Le cose perdute del calcio

di Nicola Calzaretta – NFC Edizioni, 2021

Se c’è una persona capace di rendere al meglio il senso della parola nostalgia applicata al calcio, costui è senza ombra di dubbio Nicola Calzaretta. Lui è l’”uomo-amarcord”, dal nome della sua fortunatissima rubrica del GS in cui intervistava i grandi protagonisti della Serie A dei bei tempi andati, diventata poi fonte per due eccellenti libri come Alla ricerca del calcio perduto e Alla ricerca del calcio perduto – Secondo tempo. Pochi mesi fa è uscito l’ideale sequel, ovvero Le cose perdute del calcio, una guida malinconica e ricca di aneddoti di tutti gli oggetti e gli elementi caratterizzanti del pallone italiano degli anni 70-80-90. Troverete le divise tutte nere dei portieri e le maglie senza scritte, ruoli totalmente dimenticati e trasmissioni tv finite in soffitta, monetine, sigarette e squadre scomparse. Un autentico tuffo nel cuore dei ricordi.


>>> Underdog (libri che ti sorprenderanno)

Testa alta, due piedi

Di Franco Esposito, Absolutely Free Libri – 2011

Raramente il calciomercato è diventato materia di narrativa, eppure ne avrebbe tutti i crismi. Lo ha capito prima di tutti Franco Esposito che poco meno di una decina di anni fa diede alle stampe Testa alta, due piedi, ideale progenitore del Grand Hotel Calciomercato. Proprio come il libro di Di Marzio, il testo è frutto della cronaca sul campo, una sorta di diario di memorie di un giornalista specializzato che per anni ha frequentato i corridoi degli alberghi dove si definiscono acquisti e cessioni e che alimentano i sogni estivi dei tifosi. Testa alta, due piedi è un festival di scoop scoperti e inventati, di trattative epiche (su tutte quella che portò Maradona a Napoli) e affari dimenticabili, di leggendari dirigenti e personaggi bislacchi e improbabili. C’è tutta la storia di una commedia dell’arte nata agni inizia degli Anni Cinquanta e che ha segnato un’epoca.

Pablito mon amour

di Davide Golin – Velvet 2011

Tra pochi giorni ricorrerà anche il primo anniversario della morte di Paolo Rossi e vogliamo celebrarlo con uno dei libri forse meno conosciuti, ma certamente più belli tra quelli dedicati all’uomo che ci ha regalato il Mundial del 1982. Non racconta il trionfo spagnolo o gli anni alla Juve e nemmeno la mai chiarita vicenda del Calcioscommesse, ma si concentra sugli anni di Vicenza, quelli dell’esplosione di Pablito. Come raccontava il GS, “nel romanzo di Davide Golin emerge tutta l’atmosfera della provincia veneta degli Anni Settanta, una generazione cresciuta a Novantesimo Minuto e Democrazia Cristiana, un totem come Paolo Rossi in cui riconoscersi per sfuggire alle piccole frustrazioni provate dall’adolescente presente in ciascuno di noi”. Un libro da ritrovare e assolutamente da non perdere.


>>> Hall of famer (i classici intramontabili)

Il Napoli di Maradona

di Marco Bellinazzo e Gigi Garanzini – Mondadori, 2012

Libro ormai pressoché introvabile, autentico unicorno che su internet si può acquistare a patto di separarsi da una consistente cifra di denaro. Gli autori sono due autentici colossi come Bellinazzo e Garanzini, l’argomento facile da intuire: la cronistoria del primo scudetto conquistato dal Napoli e da Maradona nell’ormai lontano 1987. Un tricolore raccontato attraverso gli occhi di un adolescente che quasi non crede a ciò che vede, che si innamora sempre di più settimana dopo settimana di quegli eroi vestiti in maglia azzurra, alcuni piuttosto improbabili come Volpecina e Caffarelli, classici enfant du pays. A impreziosire il tutto le interviste con i protagonisti, che non lesinano succosi aneddoti di prima mano. Un piccolo gioiellino.

Il cappotto spagnolo

di Andrea Bacci – Limina, 2005

Andrea Bacci se ne è andato pochi giorni fa, lasciando in tutti noi un vuoto incolmabile. È stato uno dei più instancabili e prolifici scrittori di calcio e boxe degli ultimi vent’anni, con all’attivo decine e decine di titoli di altissimo livello. Uno dei più celebri è stato senza dubbio Il cappotto spagnolo, biografia tutt’altro che canonica dedicata a un personaggio tutt’altro che canonico: Lamberto Boranga, portiere ribelle di Cesena e Perugia nei favolosi Anni Settanta. Un tipo da romanzo: dottore in biologia e medicina, medico di professione, capace di bere un caffè nel bel mezzo di una partita e che all’alba dei settant’anni continuava a volare tra i pali e battere record nel salto triplo. Uno che non ha mai lesinato frecciate e non hai detto cose banali. Uno che hanno provato a raccontare in tanti, ma nessuno ha raggiunto le vette del libro di Andrea.


>>> Must have (Un grande libro, analizzato nei dettagli)

Giocare col fuoco

di Marco Ballestracci – Mattioli 1885, 2021

Lo scudetto del 1944 vinto dai Vigili del Fuoco di La Spezia è diventato un tema piuttosto mainstream negli ultimi anni e sono fioriti i libri in cui realtà e finzione si sono fuse per provare a raccontare una delle più grandi imprese dimenticate della storia del nostro calcio. I vari tentativi sono stati più o meno buoni, di certo nessuno raggiunge le vette raggiunte da Giocare col fuoco, un libro per cui sarebbe doveroso mutuare la descrizione fatta da Antonio D’Orrico per Eureka Street: “non fai in tempo a finirlo e già senti che i suoi strampalati, dolcissimi eroi ti mancheranno. Per sempre”. Ballestracci fonde in maniera mirabile il calcio e la Storia, mescola il pallone e la Resistenza tratteggiando un romanzo che restituisce le emozioni della fine della Seconda Guerra Mondiale. Fin dalle prime pagine, il lettore è trasportato in un gorgo appassionante e commovente, dove i personaggi di fantasia come Natalino, Giovanni ed Emmio interagiscono alla perfezione con Persia e Angelini, Tori e Tommaseo e tutti i protagonisti di quello storico trionfo per un impeccabile lavoro di archivio shakerato a una fervida immaginazione. Quello che rende Giocare col fuoco il corrispettivo del 2021 di quello che è stato Le canaglie di Angelo Carotenuto nel 2020.

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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