di Vjačeslav Sergeevda, Sports.ru (31/10/2020). Traduzione di Andrea Passannante.

«Su questo argomento sono molto rigido. Nel nostro campionato non ci devono essere squadre della Siberia e degli Urali!» Valerij Reinhold in un’intervista a Soccer.ru nel gennaio 2017.

Nel 2017 lo SKA Chabarovsk ha raggiunto la promozione in Prem’er Liga. La squadra dell’armata è diventata così la terza compagine dell’Estremo Oriente nella storia a conquistarsi il diritto di partecipare alla massima competizione calcistica sovietica e poi russa. In precedenza, soltanto l’Okean Nachodka e il Luč-Energija Vladivostok avevano raggiunto questo risultato. 

I club dell’Estremo Oriente russo hanno sempre dovuto combattere molto per accedere ai campionati nazionali. È ben noto che per le squadre delle regioni occidentali sia scomodo organizzare le trasferte nell’Estremo Oriente, poiché richiedono grandi spese e le località sono davvero lontane. In più, l’enorme differenza di orario in questa regione [sette ore in avanti, N.d.A.] scombussola lo stile di vita di qualsiasi calciatore per tre o quattro giorni almeno [includendo viaggio di andata e di ritorno, N.d.A.]. 

Chabarovsk, Vladivostok e Nachodka. In questo articolo ricordiamo come si sono comportate in Prem’er Liga le squadre di queste città.

Luč Vladivostok

La squadra del Territorio di Primor’e [anche detto Territorio del Litorale, N.d.T.] ha fatto due volte la propria apparizione nella massima serie calcistica sovietica e russa. La prima esperienza non fu delle più fortunate: il Luč retrocedette dopo una sola stagione. La seconda volta, invece, fu certamente più brillante e memorabile. 

Dopo la disgregazione dell’Urss, il Luč venne inserito nel girone orientale della Pervaja Liga russa [seconda divisione all’epoca, N.d.T.]. Nella stagione 1992 i giallazzurri ottennero 20 vittorie in 30 partite. Nel match decisivo per il titolo, contro il Sachalin, il club di Vladivostok andò in svantaggio (0-2), ma riuscì a ribaltare il risultato e ottenere la vittoria (4-2). Nonostante la promozione in Vysšaja Liga [la competizione più importante all’epoca, N.d.T.], l’allenatore Leonid Burčalkin lasciò la squadra. Al suo posto arrivò Aleksandr Ivčenko. 

Nel 1993 si unirono al club di Vladivostok i migliori calciatori della Siberia e dell’Estremo Oriente: Nail’ Galimov dal Čita, Oleg Skorkin dal Chabarovsk, Marat Mulašev dall’Omsk e Anatolij Čekanov dal Komsomol’sk. Ma la vera stella di quella formazione, nonché beniamino del pubblico, fu Mikhail Rusljakov, capace di segnare sette gol in tutta la stagione.

A quel punto il Luč divenne di fatto una selezione dei calciatori dell’Estremo Oriente. Arrivavano tifosi anche dalle altre regioni per assistere alle partite disputate nella capitale del Territorio del Litorale. In casa, la squadra non giocava male, conquistando alcune vittorie di carattere. Su tutte, quella con il CSKA Mosca che sei mesi prima aveva compiuto un miracolo sconfiggendo il Barcellona (2-3 al Camp Nou).

Al contrario, in trasferta il Luč appariva impotente di fronte agli avversari [in totale una vittoria e due pareggi in 17 partite, N.d.A.]. La squadra di Primor’e concluse la stagione regolare al quindicesimo posto e insieme ai “vicini” dell’Okean Nachodka fu costretto a giocarsi il proprio destino nel torneo di play-out per evitare la retrocessione [formula prevista all’epoca, con un girone che comprendeva le squadre classificate in quattordicesima, quindicesima e sedicesima posizione in Vysšaja Liga e le tre vincenti dei gironi di Pervaja Liga, N.d.R.].

Gli incontri di questo torneo si disputarono tra il 23 novembre e il 4 dicembre in tre stadi moscoviti: quelli di Dinamo, Spartak e CSKA. Nei primi due turni il Luč ottenne due pareggi con lo stesso risultato (2-2), contro il Kryl’ja Sovetov di Samara e il Lada Togliatti, dopodiché perse contro la Dinamo Gazovik (1-2) e quindi raggiunse due vittorie ai danni di Černomorets (2-1) e Okean (4-2). 

Eppure questi risultati non furono sufficienti. Il Luč aveva raccolto gli stessi punti della Dinamo-Gazovik (6), che però veniva premiata da una migliore differenza reti. Il club di Vladivostok fu condannato ad abbandonare la Vysšaja Liga. Nei dodici anni seguenti alternò spesso la fama di squadra di metà classifica nel girone Est della Vtoraja Liga ad una sicura leadership in Prima divisione. Durante questo periodo, la società riuscì a trovare nell’azienda Dalenergo uno sponsor credibile e cambiò nome in Luč-Energija.   

Nel 2006, sotto la guida di Sergej Pavlov, tornò finalmente in Prem’er Liga. Alla prima giornata, in trasferta, lottò alla pari con lo Spartak Mosca. I biancorossi evitarono la sconfitta soltanto al quarto minuto di recupero. Risultato finale: 1-1. 

Sin dai primi turni il Vladivostok si presentò come squadra scomoda da affrontare, che non aveva intenzione di regalare punti a nessuno. Soltanto Lokomotiv Mosca, Zenit, FC Mosca e CSKA Mosca lasciarono Vladivostok da imbattuti. Al termine della stagione il Luč raggiungerà il miglior risultato della sua storia: settimo posto in campionato. 

Al contrario, la seconda stagione nell’élite del calcio russo si rivelò ambigua. Da un lato arrivarono nette vittorie casalinghe contro i campioni in carica del CSKA (4-0) e contro la Lokomotiv detentrice della coppa di Russia (3-0). 

Dall’altro lato, il Luč lottò per la salvezza fino all’ultima giornata e mantenne miracolosamente il proprio posto in Prem’er Liga. Al termine della stagione Sergej Pavlov lasciò l’incarico di allenatore. 

Prima dell’inizio dell’annata 2008, il Luč-Energija passò sotto la guida dello specialista croato Zoran Vulić. In lui erano riposte grandi speranze proprio nell’anno che avrebbe portato al cinquantesimo anniversario dalla fondazione del club. Invece, purtroppo, lo specialista non fu all’altezza delle aspettative. Dopo la schiacciante sconfitta subìta a San Pietroburgo contro lo Zenit (1-8), al tecnico croato «fu chiesto di andarsene». Semen Altman, arrivato al suo posto, tentò di sistemare la situazione, ma non gli riuscì il miracolo.

Dopo tre stagioni la squadra si congedò per sempre dalla Prem’er Liga. Nel 2020 il club «è stato proposto in gestione a nuovi investitori» dal governatore del Territorio del Primor’e.

Okean Nachodka

Ai tifosi più esperti il ricordo di questo club provoca nostalgia. La squadra, che aveva un nome particolarmente espressivo, regalava gioia con le sue brillanti partite non soltanto ai propri tifosi, ma in generale agli amanti del calcio quando disputava gli incontri in trasferta. Nel 1991 l’Okean vinse in scioltezza il girone Est della Vtoraja Liga e, grazie al fatto che il campionato dell’Urss cessava di esistere proprio quell’anno, fece il salto diretto in Vysšaja Liga, nel neonato calcio russo. 

Al primo campionato di Russia in Vysšaja Liga parteciparono 20 squadre divise in due gironi. In seguito al sorteggio, l’Okean fu inserito nel girone A, con Dinamo Mosca, CSKA, Lokomotiv Mosca, Spartak Vladikavkaz e Uralmaš Ekaterinburg. Il team di Nachodka non sfigurò in mezzo a una compagnia così rinomata. Vinse tre delle prime quattro partite! Sul giornale Sport Express un match dell’Okean venne definito «un autentico regalo agli appassionati di calcio russi».

Il 30 luglio gli uomini di Nachodka ospitarono i campioni in carica del CSKA, in quel momento anche capolista del campionato. L’Okean conquistò una straordinaria vittoria col punteggio di 5-2. Ma le gioie, per gli amanti di calcio di Nachodka, non finirono lì. Non fu infatti l’unica vittoria pesante di quella stagione. Verso la fine del campionato, l’Okean sconfisse lo Zenit per 3-2. L’undici di San Pietroburgo, a causa della sconfitta, non riuscì ad agguantare la salvezza.

Al termine della stagione l’Okean raggiunse il tredicesimo posto e proseguì la sua avventura in Vysšaja Liga. Lo stadio Vodnik, situato a Nachodka, fu secondo [dietro allo Spartak Vladikavkaz, N.d.A.] per numero di spettatori in occasione delle partite casalinghe.

In quell’annata si mise brillantemente in mostra Oleg Garin, che mise a segno 16 reti e raggiunse il secondo posto nella classifica cannonieri del campionato. Il beniamino dei tifosi di Nachodka rappresentava il principale terminale offensivo della squadra. Non era alto ed era piuttosto appesantito nell’aspetto, ma si dimostrò un calciatore agile e scaltro. Garin possedeva un invidiabile istinto del gol, che gli permetteva di essere sempre al posto giusto. Oleg Sergeevič [Garin, N.d.T.] era già famoso dai tempi della Vtoraja Liga e aveva ricevuto alcune offerte da altri club. Ma aveva preferito aiutare la squadra della sua città nella stagione del debutto in Vysšaja Liga

Il talento dell’attaccante non passò inosservato e a metà stagione Garin si trasferì alla Lokomotiv Mosca. 

Purtroppo al decollo dei primi mesi, seguì una brusca caduta. Al termine del campionato 1993 l’Okean lasciò la Vysšaja Liga. Nonostante una discreta stagione e una classifica che lo vide arrivare a due punti di distanza dal CSKA, che occupava la nona posizione. 

[…]

Nel 1994 la Vysšaja Liga venne ridotta a 16 squadre. A retrocedere direttamente [nel 1993, N.d.T.] furono Rostsel’maš e Asmaral, mentre Kryl’ja Sovetov, Luč Vladivostok e Okean dovettero competere in una sorta di play-off [in russo Torneo di transizione, N.d.T.] per conquistarsi la permanenza nella massima divisione. Ai play-off presero parte, oltre a queste outsider, le tre squadre vincitrici dei gironi di Pervaja Liga: Lada Togliatti, Černomorets Novorossijsk e Dinamo-Gazovik di Tjumen’. Purtroppo le due squadre del Territorio del Litorale [Luč Vladivostok e Okean, N.d.T.] non ebbero fortuna in questa competizione e furono costrette a scendere in Pervaja Liga. Sulla riforma che portò alla riduzione a 16 squadre si è discusso molto in questi anni. 

Molti sono convinti che la Vysšaja Liga sia stata ridotta per eliminare dalla competizione le squadre dell’Estremo Oriente. Gli avversari avevano chiaramente annunciato che non volevano più viaggiare verso l’est del Paese. 

Particolare risonanza fu attribuita alla partita di playoff con il Kryl’ja Sovetov di Samara, persa dall’Okean 3-1. L’incontro vide il predominio dell’Okean che si portò in vantaggio in seguito a un tiro imprendibile di Juri Špirjuk. Tuttavia poco dopo arrivarono delle sostituzioni inspiegabili [l’allenatore Aver’janov tolse dal campo i leader della squadra, N.d.A.] e ad “incantare” tra i pali dell’Okean entrò Jurij Šiškin. Dopo il secondo gol “stravagante” subìto dalla sua squadra, l’attaccante dell’Okean Oleg Kokarev non poté resistere alla situazione e abbandonò immediatamente il campo in segno di protesta. Curiosamente, nella stagione successiva lo stesso Aver’janov fu messo sotto contratto proprio dal Kryl’ja Sovetov. E a lui si unì anche il portiere Šiškin. L’allenatore affermò successivamente:

«Il torneo dei play-off fu pensato proprio per sbarazzarsi di Luč e Okean. Nessuno voleva andare in trasferta in Estremo Oriente. Quel torneo non ha giovato a nessuno!» 

Dopo la retrocessione, la squadra di Nachodka non poté più pensare alla Vysšaja Liga. In due anni il club “raggiunse” la Vtoraja Liga. Ogni anno la squadra aveva sempre meno risorse finanziarie a disposizione. Nel 2011 l’Okean perse lo status di squadra professionistica e nel 2014 venne a mancare anche il finanziamento pubblico. Il 24 giugno 2017 i dirigenti del club annunciarono il ritiro dal campionato della regione di Primor’e e l’Okean cessò di esistere. Nel 2018 la squadra è stata rifondata e, con risultati incostanti, ha cominciato a porre le basi per un ritorno nella terza serie del calcio russo. 

SKA Chabarovsk

Per molti anni questa squadra ha navigato nella mediocrità della FNL [Futbol’naja National’naja Liga, la seconda divisione russa, N.d.T.].

Nella stagione 2012/2013 la squadra raggiunse inaspettatamente il quarto posto con 52 punti ed ebbe accesso ai play-off, dove fu però sconfitta dal Rostov. Ma si trattò solo di una prova generale. Nel 2016/2017 la squadra dell’esercito concluse di nuovo il campionato in quarta posizione, si guadagnò il diritto di partecipare ai play-off e sfruttò brillantemente la chance. Entrambe le partite contro l’Orenburg terminarono a reti inviolate e nella serie di rigori fu il club dell’Estremo Oriente ad avere la meglio. Curiosamente, in occasione della partita decisiva a Orenburg lo SKA Chabarovsk schierò sei calciatori che in precedenza avevano militato nelle fila del Luč Vladivostok. Inoltre, sulla panchina dello SKA sedeva Aleksej Poddubskij, talento di Chabarovsk che aveva militato per tre stagioni nell’Okean Nachodka. 

Per quanto sentita fosse la rivalità in vista delle partite tra Luč e SKA [esiste anche il concetto di “derby dell’Estremo Oriente”, N.d.A.] e per quanto complicati fossero i rapporti tra le tifoserie delle due squadre, nessuno aveva dubbi: l’approdo dello SKA in Prem’er Liga faceva felice tutto l’Estremo Oriente russo. Quindi in quella stagione tifavano per il Chabarovsk sia a Vladivostok che a Sachalin, a Magadan e in Kamchatka, ma anche a Blagoveščensk e a Jakutsk.

In occasione di molte partite casalinghe dello SKA si riuniva di fatto tutta la regione. Tifosi dalla Jacuzia, da Sachalin, dalla Kamchatka, dall’oblast’ di Amur e dal Territorio di Primor’e raggiungevano Chabarovsk in macchina, in treno o in aereo. Molti di loro coprivano quella grande distanza non soltanto per sostenere il Chabarovsk, ma anche per poter vedere, per la prima volta nella loro vita, lo Spartak Mosca, lo Zenit San Pietroburgo, il CSKA Mosca e le altre squadre.

Lo stadio era sempre pieno. Dagli spalti i tifosi garantivano un forte sostegno, che permetteva alla squadra di accaparrarsi punti contro avversari rinomati. Gli appassionati di calcio di Chabarovsk difficilmente dimenticheranno il tiro in rabona di Juan Lescano, poi stampatosi sulla traversa, in occasione della partita contro lo Zenit alla prima giornata. O le straordinarie parate di Aleksandr Dovbnja durante i match contro lo Spartak Mosca e ai play-off contro l’Orenburg.

Purtroppo la squadra non riuscì a sostenere i pesanti orari delle trasferte e man mano che si avvicinava la fine del campionato, le speranze di salvezza dello SKA Chabarovsk si affievolivano sempre più. 

Nella stagione 2018/2019 il club tentò fino all’ultimo di raggiungere i play-off, ma terminò il campionato al settimo posto in FNL. L’anno successivo di nuovo settimo posto. Giungiamo così al 2020/2021.

Un’annata anomala, nella quale nessuno sa cosa potrà succedere domani. Speriamo che lo SKA Chabarovsk possa continuare la propria attività e lottare per le prime posizioni in FNL. Ma per arrivare a questo obiettivo la squadra deve lavorare come si deve. I cambi di allenatore in corso di stagione e le pessime prestazioni in trasferta difficilmente porteranno al ritorno nell’élite del calcio russo. 

Oggi, di fatto, il calcio nell’Estremo Oriente è in un lungo coma. Lo SKA Chabarovsk è rimasto l’unico club a poter mettersi in mostra nelle principali competizioni del nostro Paese. 

Non esiste più neanche il girone Est della Vtoraja Liga. L’unica società ancora in vita, FK Sachalin, non ha più tra i pensieri quello di poter partecipare alla FNL. E per il momento naviga con soddisfazione in terza divisione. 

A Nachodka, invece, qualche tempo fa si sono presentati degli sponsor pronti a investire nello sviluppo del calcio giovanile, dando speranza per il ritorno della squadra tra i professionisti.

Il Vladivostok fa la spola tra tribunali e procedimenti finanziari. Il governatore locale ha pugnalato alle spalle l’intero movimento dello sport professionistico nella regione, stanziando però in compenso circa 350 milioni di rubli [circa 4 milioni di euro, N.d.T.] per la costruzione di un centro di curling nella capitale del Territorio di Primor’e. La prospettiva del Luč di rinascere dalle ceneri sembra ancora offuscata. 

«Il calcio è nato in Inghilterra e morto sugli Urali»: sono note a tutti queste parole pronunciate da un allenatore di Novoural’sk durante un torneo giovanile nel 2014.

Parole sarcastiche. Ma tristemente vere. 

(Si ringraziano l’autore, la testata sports.ru e tribuna.com per la cortesia e la disponibilità. L’articolo è stato leggermente riadattato per questioni di spazio.) 

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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