di Aleksandr Sergeev – Sport24.ru, 22/09/2021

Traduzione di Andrea Passannante

Premessa

Evgenij Spirjakov è il primo blogger ad aver giocato per un club di Russian Prem’er Liga. Lo scorso inverno ha disputato con Ural una partita amichevole contro il Liwa Fc, squadra degli Emirati Arabi Uniti. 

Spirjakov ha 27 anni. Gioca per l’Amkal, una squadra dilettante composta esclusivamente da blogger: Spirjakov [qui il suo account Instagram, N.d.T] gestisce il blog Gloves N’ Kit che ha più di 650.000 abbonati su YouTube e possiede un negozio di guanti da portiere. Spirjakov ha trascorso un anno nel settore giovanile della Torpedo Mosca, si è allenato con Andrej Lunev [ex portiere dello Zenit San Pietroburgo, ora al Bayer Leverkusen, N.d.T], ma ha rinunciato alla carriera di calciatore per lo studio e per il lavoro.

Negli scorsi mesi ha lanciato su YouTube il progetto «Diventare un calciatore». L’obiettivo? Firmare un contratto con un club professionista e mostrare che non è mai troppo tardi per realizzare un sogno.

Articolo originale

Evgenij Spirjakov, blogger e portiere dell’Amkal, ha debuttato nel calcio professionistico: è entrato negli ultimi 10 minuti della partita di Coppa di Russia tra Znamja Noginsk [club nel quale milita anche Roman Pavljučenko, N.d.T] e Kryl’ja Sovetov [partita disputata il 22/09/2021, N.d.T]. È difficile considerare il suo debutto come un successo [al momento dell’ingresso in campo di Spirjakov il punteggio era 0-7 in favore del Kryl’ja. Il punteggio finale è stato 0-10, N.d.A], ma il sogno di Evgenij si è avverato.

Dopo la partita contro il Kryl’ja Sovetov, Sport24 ha contattato il famoso blogger. In un’intervista, Spirjakov ha parlato delle sue impressioni sul debutto e dei suoi piani futuri. Ha anche ammesso di non essersi ancora reso conto di quanto sia successo.

Sport24: Ti aspettavi di entrare in campo oggi?

«Sì. Mi sono reso conto che, molto probabilmente, questa opportunità si sarebbe manifestata se il risultato non fosse stato in bilico. Non mi sono scaldato, non ero pronto al 100% per entrare. Ma l’allenatore mi ha detto che avrei avuto una possibilità».

– Eri preoccupato per il tuo ingresso in campo?

«Assolutamente no. Ero molto più eccitato il giorno prima della partita, quando pensavo che avrei potuto giocare. Pensavo che sarei andato in campo e sarei stato agitato. Non so come mai ho reagito così. Forse il risultato della partita mi ha tranquillizzato. Sono entrato sul punteggio di 0-7 quando la squadra si era già arresa. Sono entrato e mi sono reso conto che non avrei avuto nulla da perdere. Quando ho giocato per l’Ural [contro il Liwa Fc, N.d.T] ero molto più teso: il punteggio era 2-1. In più, l’avversario di allora era molto più debole. In questo caso, invece, è stato tutto più naturale: la squadra stava perdendo 0-7 e quando sono entrato ho pensato: «Beh, non potrà andare peggio di così».

– Hai incassato tre gol in dieci minuti. Ti dà fastidio?

«Sapevo che sarebbe potuto succedere, ero pronto a questa eventualità. Il secondo gol è arrivato dal nulla. Il terzo avrei potuto pararlo. Ma sono più dispiaciuto per il fatto che non sono riuscito a mettermi in mostra e dimostrare il mio valore. La cosa più importante per me è aver effettuato una parata. È stata una sensazione fantastica».

– Cos’è successo sul secondo gol subìto?

«C’è stata una piccola incomprensione. Mi è sembrato che Stas [Perederij, difensore dello Znamja, N.d.A] non sarebbe riuscito a raggiungere il pallone che era lontano, quindi sono uscito dalla mia area. Però lui ce l’ha fatta. Alla fine, Stas ha toccato la palla, cambiando completamente la sua traiettoria. Per me è stata una sorpresa. Forse avrei dovuto aspettare, ma ho pensato che, uscendo, sarei arrivato per primo sul pallone».

– Fa male subire una sconfitta di questo tipo?

«Certamente non avrei mai voluto partecipare a una partita con questo passivo. Non mento se dico che con l’Amkal sono piuttosto abituato a vivere situazioni di questo tipo. Una volta, a Samara contro una squadra del nostro campionato, abbiamo preso sei gol. È un peccato perdere così nettamente contro una squadra del tuo livello. Quando però arriva un club di Russian Prem’er Liga, capisci che stai affrontando una squadra di un livello molto più alto, quindi è normale aspettarsi un risultato simile. Speravo fortemente che il punteggio potesse essere 0-1 o 0-2 perché avrei potuto festeggiare più per il punteggio ottenuto dalla squadra che per il mio debutto. Questa speranza si affievolisce di fronte al punteggio finale di 10 a 0».

– Cosa ti hanno detto i compagni di squadra dopo la partita?

«Niente di speciale: «Congratulazioni, non ne abbiamo presi più di dieci». I ragazzi erano arrabbiati, non si sono interessati a me. È giusto così. Hanno subìto una batosta molto più forte: hanno partecipato per intero a una partita che si è conclusa con un punteggio pesante».

– Cosa ti hanno scritto i ragazzi dell’Amkal e gli abbonati al tuo canale?

Purtroppo il mio telefono si è rotto. Ma mi stanno scrivendo su Twitter e su Telegram. Non sono ancora entrato su Instagram.

– Ti saresti mai aspettato di poter subire gol da Bale [uno dei marcatori del Kryl’ja Sovetov nel corso della partita è stato Glenn Bijl e la pronuncia del suo cognome rievoca il cognome del campione gallese. Il giornalista scherza su questo aspetto, N.d.T]?

[Ride, N.d.A] «In generale, non sapevo esistesse un calciatore con questo cognome. Ho scoperto oggi la presenza di questo giocatore in Russia. Io sono più esperto di portieri, i calciatori di movimento restano quasi un mistero per me. In qualsiasi squadra io venga, tutti i portieri mi conoscono. Quando sono entrato in campo oggi, Zhenya Frolov [Evgenij Frolov, portiere del Kryl’ja Sovetov che è rimasto in panchina durante la partita, N.d.T] ha gridato dalla panchina: «Sei il migliore!».

– Come giudichi il debutto in poche parole?

«Quando si prendono tre gol in 12 minuti non si può parlare di un buon debutto».

– Ma il sogno si è avverato?

«Credo di sì, ma non fino in fondo. La partita sarebbe stata perfetta se io avessi giocato per più tempo e se avessimo giocato come si deve, contro una squadra di pari livello. Invece sono entrato e sono stato trafitto più volte. Questo sminuisce l’impressione finale. 

Onestamente, per quanto mi riguarda, la consapevolezza dell’importanza degli eventi arriva sempre in ritardo. Quando ho debuttato con l’Ural, non capivo nulla. Mi sono reso conto solo quando hanno iniziato a scriverne le testate sportive. Ho pensato: «Cavolo, ho fatto qualcosa di figo». Mi capita sempre questo. Gli avvenimenti che sono significativi per molti, me compreso, non si notano subito nel flusso. È come se avessi corso una maratona e non ti interessasse per quanto tu abbia corso: sei stanco, vuoi sputare i polmoni, sdraiarti e bere. Anziché essere felice di aver corso 42 chilometri. Ecco, ho la stessa sensazione».

Qual è il tuo prossimo obiettivo?

«Vorrei giocare alla pari con una squadra di livello per entrare in campo non quando la squadra è già rassegnata per via del punteggio. La maggior parte dei miei obiettivi è riconducibile alla qualità del mio gioco. Voglio migliorarmi in modo che dopo la partita la gente si avvicini a me e mi dica: “Bravo! Hai giocato bene!” e non «Non fa niente». Voglio fare delle parate complicate, iniziare correttamente le azioni d’attacco, giocare in maniera equilibrata, non perdere gol per i quali mi chiederanno spiegazioni. Pretendo maggiore qualità da me stesso.

L’obiettivo del debutto è raggiunto. E adesso? Ora devo giocare bene così che tutti possano dire «Che grande partita che hai fatto!». A molti sembra che questo sia soltanto un giocattolo e un desiderio di un blogger che si diletta col calcio, ma in realtà ogni giorno faccio due ore di viaggio per arrivare a Noginsk e un’altra ora e mezza per tornare a Mosca. È impegnativo. A chiunque pensi ciò voglio anche ricordare che lavoro spesso individualmente con gli allenatori dei portieri, studio molto e leggo. Quello raggiunto oggi è soltanto un primo obiettivo. Ma intanto l’ho raggiunto».

(Per la traslitterazione dei nomi propri dall’alfabeto cirillico a quello latino è stato adottato il sistema scientifico. Si ringraziano l’autore e la testata Sport24.ru per la cortesia e la disponibilità)

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

0