Revista Obdulio, 4/9/2021

https://revistaobdulio.org/2021/09/04/el-deporte-como-eje-del-gobierno-de-la-unidad-popular/

Traduzione di Andrea Meccia

Un 4 di settembre si svolsero le elezioni che proclamarono Salvador Allende presidente del Cile. Era il 1970. Il suo periodo di governo fu interrotto dal colpo di Stato capeggiato da Augusto Pinochet. Era il 1973. Quello della Unidad Popular, la coalizione di Allende, fu un governo che si definiva rivoluzionario e che diede una fortissima attenzione allo sport. Programmi di decentralizzazione e rinnovamento infrastrutturale, popolarizzazione e massificazione dell’attività sportiva furono parte delle misure e delle politiche messe in campo da un governo che vedeva lo sport come parte del tessuto sociale.

Il 4 settembre del 1970, Salvador Allende Gossens trionfò per la prima volta in una elezione presidenziale – era la sua quarta partecipazione – e divenne così, dopo la ratifica del congresso, una pietra miliare nel mondo latinoamericano: il leader di un governo socialista eletto por volontà popolare. Questo trionfo fu oggetto di diversi tentativi di sabotaggi fin da prima della sua proclamazione. Tra gli episodi da ricordare, l’omicidio del colonnello René Schneider ucciso da persone vicine al comando di Jorge Alessandri, uomo della destra cilena.

Allende, nonostante tutto, non arrivava al potere soltanto grazie alla propria figura, ma come il candidato della Unidad Popular, una coalizione formata dal Partido Radical, il Partido Socialista, il Partido Comunista, il Movimiento de Acción Popular Unitario,il Partido de Izquierda Radical e la Acción Popular Independiente. Un movimento trasformatore che cercava, come affermato dalla stesso Allende nel suo discorso trionfale nella sede della FECH [Federación de Estudiantes de la Universidad de Chile, N.d.T.], «nell’arrivare a La Moneda, ed essendo il popolo governo, di realizzare lo storico impegno che abbiamo assunto, far diventare realtà il programma della Unidad Popular».

Il programma del governo della Unidad Popular, riletto oggi un documento di valore storico, era profondamente critico sullo stato del Paese e dei governi che lo avevano preceduto, giudicati riformisti senza aver mai conseguito successi significativi. Effettuava anche analisi che, ancora con lo sguardo odierno, risultano attuali. Un esempio: l’imperialismo con cui le nazioni in via di sviluppo si vedono sottomesse dalle economie già sviluppate, idea già esposta da Vladimir Lenin decenni prima. «Le trasformazioni rivoluzionarie di cui il Paese ha bisogno si potranno realizzare soltanto se il popolo cileno prenderà il potere tra le sue mani e lo eserciterà in forma reale ed effettiva», è scritto nel programma di governo. Il riferimento allo sport appare menzionato brevemente nel testo. In prima istanza all’interno delle aspirazioni che il popolo cileno aveva (tra esse vi era la costruzione di una rete infrastrutturale sportiva e ricreativa), ma anche nelle proprie dirette intenzioni. «L’educazione fisica e le pratiche di tutti gli sport, dai livelli basi del sistema educativo e in tutte le organizzazioni sociali di giovani e adulti saranno la preoccupazione costante e metodica del Gobierno Popular», si legge a pagina trentuno.

Questa attenzione per lo sport nel programma della Unidad Popular trovò traduzione nella stessa azione del governo. Nelle prime quaranta misure adottate, la ventinovesima dice: «Promuoveremo l’educazione fisica e creeremo campi sportivi nelle scuole e in tutte le città. Ogni scuola e ogni città avrà il suo campo sportivo». E durante il governo si stabilì il “Piano Nazionale di Sviluppo dello Sport e delle Attività ricreative” del quinquennio (1972-76), in cui si stabilivano misure di diffusione e promozione con l’obiettivo di creare una coscienza sportiva. Qui sottostava una idea politica dello sport, considerato un’attività sotterranea nella dinamica e nel tessuto sociale.

E lo sport, tanto come espressione di un diritto e tanto come quella di un dovere (per le rivoluzioni socialiste lo sport aveva in sé quel carattere decisivo che considerava l’attività fisica come parte della costruzione di una persona nuova che a sua volta avrebbe creato una nuova società) fu sostenuto da tutti i lati. Attraverso la decentralizzazione della “Direzione Generale degli Sport e delle Attività Ricreative” (DIGEDER), si progettò la creazione di una rete nazionale di centri di avvio alla pratica sportiva (CINDER) per promuoverla in funzione delle realtà e dei contesti locali. Il piano nazionale del nuovo Cile impara a nuotare” e il programma “Io faccio sport” sono parte delle spinte che il governo di Salvador Allende diede a questo settore. L’ultimo progetto citato è rivoluzionario in sé: attraverso la legge, le aziende con più di cento lavoratori dovevano essere dotate di impianti sportivi. Queste misure a favore dello sport nel mondo del lavoro culminarono con i primi “Giochi del lavoro, che si tennero tra il 4 e il 10 febbraio del 1973 allo Stadio Nacional, solo pochi mesi prima che venisse utilizzato dalla dittatura di Auguro Pinochet come il più grande campo di detenzione politica della storia del Paese. 

La popolarizzazione dello sport abbracciò anche le scuole e le università grazie al progetto di “Legge sull’Educazione fisica, Sport e Ricreazione scolastica”. Coinvolse anche lo sport professionistico, tra i quali il calcio, sgravando le tasse alle partite che, fino a quel momento, erano organizzate quasi interamente da club sociali. Ci fu anche una esplosione di progetti sportivi a livello nazionale, tra i quali lo stadio coperto di Parque Cousiño, il campo da tennis dello Stadio Nacional, lo stadio coperto di Lota, la palestra di Osorno, la piscina Juan Godoy di Iquique, la palestra di San Antonio, la piscina di Linares, solo per citarne alcuni.

La spaccatura ideologica tra il concetto di sport della Unidad Popular e ciò che fu potenziato anni dopo durante la dittatura è abissale. Di fatto, il pilastro della politica sportiva della dittatura fu il concorso Polla Gol, un sistema che incanalava fondi delle scommesse sportive per finanziare i progetti di sport e attività ricreative del governo.

Fonti:

C. Contreras Manzor, R. Guidotti Zersi, L. Silva Silva, Gobierno y política deportiva en Chile: la fallida y caótica relación entre estado y deporte a lo largo de la historia social chilena, Tesi di laurea, Universidad de Chile, 2005. Disponibile al link http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/145018

Unidad Popular, Programa básico de gobierno de la Unidad Popular, 1970. Disponibile al link: http://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-7738.html

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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