L’intervistata è Sumaira Inayat, la co-fondatrice della Gilgit-Baltistan Girls Football League, il primo campionato per ragazze a svolgersi nel nord del Pakistan. Le foto, scattate durante la seconda stagione della GBFL e la sua storia arrivano direttamente dalla Passu Valley.

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Traduzione di Dario Focardi ed Eduardo Accoroni


I: Presentati e parlaci della tua esperienza nel mondo del calcio.

Sumara Inayat: Il mio nome è Sumaira Inayat e la terra che sento mia è quella delle montagne del nord del Pakistan (Shimshal). Ho iniziato a giocare a calcio con le mie sorelle quando avevo solo 16 anni. Siamo state le prime ragazze di Shimshal a giocare ed a rappresentare il Pakistan nei nostri community games (Jubilee Games 2016). Successivamente, ho ottenuto una borsa di studio sportiva per iscrivermi all’Università del Punjab, più precisamente a Lahore. In quegli anni, il calcio non era uno sport diffuso e non era nemmeno particolarmente apprezzato. Le donne devono affrontare, ancora oggi, significative barriere sociali e finanziarie per perseguire i propri sogni da atleta. Sono una studentessa universitaria, devo ancora completare il mio lavoro di tesi. Per un periodo ho lavorato con l’Atletico Madrid Football Academy a Lahore come assistente allenatrice, ma oggi sono montatrice video freelance, perché amo la fotografia ed il cinema. Continuo a giocare a calcio nella squadra della mia università, il Punjab University Football Team, e gioco anche per club privati in vari tornei cittadini. Dovete tenere conto che la maggior parte delle squadre di calcio sono nelle città e non qua a Nord ed è molto difficile per le ragazze della mia regione spostarsi nei grandi centri per giocare. Così, io e mia sorella, dopo anni di esperienza nel mondo del calcio e con il sogno di cambiare la condizione delle calciatrici in Pakistan,  abbiamo fondato un campionato, la Gilgit-Baltistan Girls Football League, che è il primo campionato in assoluto di questo tipo nel nord del Pakistan. La GBGFL è un’autentica missione per noi. Vogliamo offrire alle ragazze la possibilità di fare sport e di avere un’istruzione adeguata. Per questo una delle cose a cui teniamo di più è che l’organizzazione di questo campionato copra tutti i costi: viaggio, alloggio, cibo, kit e tutto il resto. L’idea è quella di fornire alle ragazze un luogo dove possano giocare senza che questo sia loro impedito dalle difficoltà economiche che sono costrette ad affrontare.


I: Chi sono le calciatrici presenti nelle foto e dove sono state scattate?

SI: Le foto sono state scattate nel 2019 nella bellissima Passu Valley durante la seconda stagione della GBGFL. Le squadre che hanno partecipato sono state 8 in totale, provenienti anche dalle zone più remote di Hunza. Le foto mostrano le coraggiose ragazze del nord del Pakistan, che, grazie al calcio, abbattono gli stereotipi e lottano per il proprio futuro. La squadra in verde è il Passu Youth and Sports Board, in giallo c’è il Team Shishkat, in rosa Gircha e in rosso il Sost. Le ragazze in blu sono del Team Shimshal – la mia città – e la ragazza con il taglio di capelli da bambina è Sania Rehman, capitano del Team Shimshal. Il motivo per cui abbiamo scelto Passu come sede è che si trova nel centro dell’Alto Hunza e sulla Karakoram Highway, quindi è facilmente accessibile a tutti. Il monte Tupopdon, “La montagna inondata di sole”, noto anche tra i turisti come “La Cattedrale di Passu” o “I Coni di Passu”, sovrasta il piccolo villaggio di Passu, che è un piccolo bastione di umanità circondato dalla forza schiacciante della natura. Con la sua conformazione unica, è il picco più fotografato della regione del Gilgit-Baltistan. I turisti hanno promosso la vetta dandogli diversi nomignoli. Anche la comunità ci ha sostenuto in ogni modo possibile.

I: Cosa hai cercato di raccontare con queste foto? C’era un significato più profondo?


SI: Alcune delle nostre squadre provengono da aree remote con poca o nessuna esperienza o conoscenza dello sport e proviamo un grande piacere nel vedere giocatrici di quelle aree migliorare e diventare sempre più forti. Nel corso degli anni abbiamo visto grandi cambiamenti, perché i genitori e le comunità da cui provengono sono stati molto solidali e desiderano che le loro figlie diventino atlete professioniste. Purtroppo il Pakistan non ha lo stesso livello di supporto per le donne di altre nazioni, tra l’altro la negligenza del nostro governo rende difficile convincere i genitori a continuare a sostenere nel tempo queste ragazze. Alcune delle nostre giocatrici hanno ottenuto delle borse di studio sportive in diversi college ed università, stanno lavorando duramente per farsi un nome sul terreno di gioco, perché vogliono diventare atlete o allenatrici professioniste. Hanno un grande talento e con il sostegno delle loro famiglie e del nostro governo farebbero miracoli. Poi è vero che se sei determinato a fare qualcosa, non importa quanto siano difficili le sfide che affronti, avrai sempre successo. Questo è quello che ho imparato dalle ragazze del nostro campionato. Nonostante le complesse condizioni del terreno, le ragazze sono così concentrate verso il loro obiettivo da poter superare qualsiasi difficoltà. 

I: Ci sono alcune belle storie connesse alle persone ed alle calciatrici delle squadre che hai avuto modo di fotografare?

SI: La maggior parte delle squadre stava partecipando alla competizione per la prima volta, è stata una splendida esperienza sia per le partecipanti che per noi organizzatori. Nonostante l’assenza, in tutta la regione, di un campo da gioco regolamentare nel quale potersi allenare, le ragazze sono riuscite ad affrontare a testa alta ogni difficoltà. Basta osservare queste giovani calciatrici, darsi battaglia in superfici scoscese, in campi ricoperti di polvere, per capire le difficoltà fisiche che sono costrette ad affrontare con regolarità. Il loro coraggio e la loro determinazione sono decisamente senza limite. Le ragazze hanno il massimo supporto dei loro genitori e di tutta la comunità. Tra l’altro le condizioni del campo hanno creato problemi non solo alle calciatrici ma anche ai fans, non essendoci veri e propri spazi nei quali potersi sedere per seguire l’evento.

I: Quali sono le opportunità per le calciatrici in Pakistan?

SI; Il calcio non è ancora uno degli sport più popolari. Le infrastrutture sportive sono pessime e particolarmente costose, non c’è un vero sistema federale alla base. Il Cricket è lo sport più amato e la sua popolarità ha semplicemente eclissato qualsiasi altro sport, ecco perchè molti ragazzi decidono di smettere con il calcio già dopo le prime difficoltà. Sono certa che se alle ragazze venissero offerte migliori opportunità, nulla potrebbe fermarle dal raggiungere determinati obiettivi.

I: Qual è il futuro della Gilgit-Baltistan Girls Football League?

SI: Il nostro progetto nasce con l’obiettivo di offrire alle ragazze, meno fortunate, un’opportunità per dimostrare il loro talento. Nel corso degli anni si sono formati grandissime calciatore. Speriamo e ci auguriamo fortemente che la piattaforma diventi un trampolino di lancio non solo per le ragazze del Gilgit-Baltistan ma per tutto il Pakistan. Visti i progressi fatti negli ultimi due anni, speriamo di poter allargare la nostra Lega anche in altre zone del Gilgit-Baltistan. La nostra missione è garantire alle ragazze l’opportunità di realizzare i propri sogni ed aiutarle a stabilire contatti con squadre internazionali. Non vediamo l’ora di poter dire la nostra anche fuori dal territorio del Pakistan.

I: Che ruolo gioca il calcio nella società pakistana e più in particolare nella tua regione?

Per me il calcio è un “life-changing gadget”, in grado di cambiare irrimediabilmente la nostra vita. Uomini e donne della mia regione, giocano a calcio da sempre. Potergli offrire borse di studio è una gran cosa. Lo sport li rende più consapevoli e coscienti rispetto ai loro obiettivi. 

I: Che significato ha la scritta sulla montagna?

SI: La montagna con la scritta è conosciuta come: “ZART PETK” (la montagna gialla, proprio per via del suo colore). Realizzata con il gesso, nel 1986, l’incisione è stata realizzata nel Didar Mubarak del 1986. La comunità di Hunza segue sua altezza reale il Principe Karim Aga Khan IV – Aga Khan è l’Imam, leader, dell’ismailismo. La scritta venne realizzata nel corso della visita del Principe Karim Aga Khan a Gojal Passu e Khyber.

L’incisione è un segno di benvenuto. Realizzata da Sir Ali Qurban ed il suo team (provenienti da Passu). Da quel giorno, Hunza si è trasformata ed è diventata un autentico modello istituzionale per diverse valli. Ogni anno, lo stesso, giorno, gli Ismailiti (le persone che seguono Aga Khan) di Hunza celebrano questo giorno, chiamato “Salgirah” per commemorare la prima visita di Agan Khan ad Hunza.

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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